martedì 26 luglio 2016

Le stragi in Francia? Si potevano (forse) evitare

di Audrey D'Aguanno, da Barbadillo

Uccisioni a Tolosa. Mattanza di Charlie Hebdo a Parigi. Massacro del Bataclan e delle terrazze della capitale transalpina. Per il premier francese Manuel Valls vanno considerate un fatto inneluttabile: “Il terrorismo farà parte del nostro quotidiano per molto tempo”.
Ora, per quanto inverosimile possa sembrare quest’affermazione, questi precisi atti di terrorismo erano evitabili. Poiché perpetuati da soggetti binazionali, pluri-recidivi che non hanno mai scontato nella totalità le pene carceriare per le quali erano stati condannati (alcuni avrebbero dovuto trovarsi in carcere al momento degli attacchi), e rimasti sul territorio francese, nonostante i loro misfatti. Sarebbe bastata l’approvazione della legge sulla decadenza della nazionalità francese per i binazionali nati in Francia e colpevoli di gravi reati.

giovedì 12 maggio 2016

“Un Samurai d’Occidente” di Dominique Venner visto da Alain de Benoist

di Alain De Benoist

Non è possibile accostare Il samurai d’Occidente come si accostano altri libri. Quando vi si leggono frasi come questa: “Solo una morte subìta non ha senso. Voluta, essa ha il senso che le si attribuisce, anche quando è priva di utilità pratica”, o ancora: “E’ qui ed ora che si gioca il nostro destino. E questo istante ultimo possiede altrettanta importanza che il resto di una vita. E’ per questo che occorre essere se stessi fino all’ultimo istante, soprattutto all’ultimo istante. Solo decidendosi, volendo davvero il proprio destino, si è vincitori del nulla”. Leggendo questo, è difficile non sentirsi tremare le mani.

lunedì 9 maggio 2016

La Grande Strategia USA per l’Europa

di Marcello Berera da L'intellettuale dissidente
In visita a Londra e Hannover, Barack Obama ha avuto occasione di pronunciarsi sulle principali sfide e preoccupazioni che attraversano il Vecchio Continente. Dalla Brexit alla crisi dei migranti passando per le sanzioni alla Russia e il TTIP: qualsiasi mutamento dello status quo europeo è un campanello d’allarme per la Casa Bianca. Non è la prima volta e non sarà nemmeno l’ultima che un presidente americano interviene a gamba tesa nei nostri affari interni. Da 70 anni, infatti, «gli americani sentono Parigi, Londra, Praga, Roma, Bruxelles, Varsavia e le decine di altri capitali europee come le loro città». Siamo la periferia atlantica di un’Occidente allargato e la dottrina Monroe si estende ormai dal mar Giallo al Baltico. Val quindi la pena di vedere quali sono i «saggi consigli» – che suonano come imperativi – che il presidente Obama ha dispensato ai suoi alleati europei.

mercoledì 13 aprile 2016

Siamo archeofuturisti? Considerazioni sul pensiero di Guillaume Faye (parte II)

dei militanti di Ariete

III. Applicazioni dello spirito archeofuturista

Nella sua definizione dell' archeofuturismo Faye auspica un mondo a due velocità, quasi brutalmente. Probabilmente questo ritorno accadrebbe naturalmente, se solo l'Occidente liberale smettesse di imporre il messaggio della presunta supremazia del suo modello di società - nascondendo ovviamente i suoi lati negativi - agli altri popoli che non lo condividono, e li lasciasse vivere secondo il proprio modello.
Aggiungiamo, che oltre a togliere l'audio a quell'eco, sarà opportuno diffondere il seguente messaggio responsabilizzante, onesto e creatore, agli altri : no, non siete i benvenuti. Poiché non c'e niente qui per voi, (in una logica di “i nostri per primi”), siete adulti, partecipate al miglioramento della vostra società. Solo voi potete farlo, e sta a voi farlo.
Allora questo mondo a due velocità, composto di una ristretta percentuale della popolazione mondiale che vive in un ambiente iper-tecnologica (una percentuale che trascende le differenti popolazioni, in modo che queste “due velocità” si ritrovino anche all'interno dei popoli più tecnologicamente avanzati) si farà/tornerà da sé.

venerdì 8 aprile 2016

Siamo archeofuturisti? Considerazioni sul pensiero di Guillaume Faye (parte I)

dei militanti di Ariete

Siamo archeofuturisti?

Che lo si ami o che lo si odi, Guillaume Faye è uno di quei geni la cui lettura raramente lascia indifferente. E odiarlo è facile : con uno stile fiammeggiante, sconvolge, urta, scuote anche i lettori e militanti più aperti, quelli che hanno saputo discostarsi dalla visione binaria del mondo. Perchè è così che esso pensa di fare avanzare il pensiero : con elettroschock.
Certe sue tesi – soprattutto quelle più recenti - potranno non piacere, ma rimane un autore imprescindibile per comprendere il mondo occidentale contemporaneo. Perchè noi prendiamo il buono dovunque si celi. Anche in Karl Marx.
Così, si potrà aderire o meno al concetto di archeofuturismo - forse il concetto più attuale che ci sia – ma conoscerlo è indispensabile. Perchè sta a noi pensare il futuro.

venerdì 1 aprile 2016

Il terrorismo in Europa? Oltre l’Isis la crisi della società multietnica

di Audrey D'Aguanno
Con la divulgazione dell’identità dei terroristi di Parigi e di Bruxelles, in molti si sono interrogati sull’effettiva integrazione dei figli degli immigrati delle periferie europee. Centinaia di morti, la complicità di un intero quartiere, il profilo di semplici delinquenti radicalizzati in poche settimane non saranno bastati a far vacillare le convinzioni dell’intellighenzia politico-mediatica, questi fanatici del multiculturalismo: « la società multietnica è l’avvenire. I problemini d’insicurezza, il terrorismo, l’integrazione rifiutata sono da imputare solo ed esclusivamente alla povertà e all’esclusione. L’Islam è una religione di pace che degli squilibrati fraintendono…. » Il  Ministero della Verità Orwelliano non avrebbe professato meglio.